Cosa fare - Trekking
Il modo migliore per conoscere l’anima di Monte Isola è percorrerla a piedi.
Sentieri nel bosco, vecchie mulattiere, stradine asfaltate, ma senza traffico automobilistico, collegamento tra loro le diverse frazioni e località.
Salire al Santuario della Madonna della Ceriola a Monte Isola vuol dire raggiungere uno dei luoghi più panoramici di tutto il Lago d’Iseo, con una visione a 360° delle sue coste e delle montagne che lo circondano, fino alle dolci colline della Franciacorta e oltre.
Sebbene sia possibile arrivare nei pressi del Santuario con il minibus di linea, è consigliabile salire a piedi, percorrendo due tra i meravigliosi sentieri che si snodano sull’Isola.
Procurati la mappa dei sentieri presso l’Infopoint e immergiti nella sua meravigliosa natura.
Itinerario turistico
+ 80 m
2 h 30 min
9,4 km
facile
Il giro dell'Isola
Monte Isola si innalza fino a 600 metri di quota, fiancheggiata a mezzodì dall’isoletta di San Paolo mentre a nord emerge, rocciosa e caratteristica, quella di Loreto. Il perimetro a lago è percorribile grazie allo snodarsi del facile e articolato percorso che collega località intrise di dolcezza e serenità di altri tempi. Sul punto più elevato dell’isola sorge l’antico Santuario della Madonna della Ceriola ; da lassù si gode la splendida vista del lago e dei monti circostanti come il Guglielmo a fare da magnifico fondale verso nord-est, sulla sponda bresciana del lago.
A piedi dunque ci incamminiamo verso Carzano; da Peschiera Maraglio, dove si giunge con il battello che fa la spola con Sulzano, il percorso si snoda pianeggiante in riva, o a breve distanza dal lago. A Carzano, sul versante costiero nord est, si giunge in una quarantina di minuti. Attraverso l’abitato – particolare attenzione meritano due porticcioli stretti fra antiche case di pescatori, suggestivi scorci per gli appassionati di pittura e fotografia – si giunge sulla sinistra alla chiesetta di S. Giovanni Battista. Passati oltre, si continua in lieve salita per Siviano, lasciando a valle della stradina un camping e poco avanti la località Paradiso, mentre dalle acque emerge l’isoletta di Loreto.
Siviano si estende su un pendio terrazzato rivolto a nord-est, tra viti e olivi, dominato dalla possente torre medioevale dei Martinengo; autentico gioiellino è il piccolo porto che si raggiunge in pochi minuti con un viottolo che si dirama dal paese stesso.
Il cammino porta poi a Sinchignano (siamo circa a metà dell’escursione), e ad un bivio svolteremo a destra per Menzino e Sensole (la strada che sale verso sinistra porta a Senzano, pregevole punto panoramico); poco a largo di fronte al porto di Sensole c’è l’isoletta di S. Paolo, mentre su un promontorio si staglia il castello Oldofredi, anche chiamato Rocca Martinengo.
Ritornati sulla strada principale percorrendo un viottolo in salita, l’escursione continua verso destra tra lago e olivi dalle chiome leggere, fino a Peschiera M., ormai non più lontano punto di partenza. Ma prima di imbarcarsi per il ritorno, consigliamo di dedicare qualche minuto alla visita del paese che si legge nelle locandine turistiche “non ha nulla da invidiare ai paesini della laguna di Venezia. Il lago è sulla porta di casa e le tinte fanno la gioia dei pittori”.
Foto: Linoolmostudio.it
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Sentiero 1
+ 400 m
80 min
4 km
escursionistico
Peschiera Maraglio – Cure – Santuario della Madonna della Ceriola
Il sentiero parte da Peschiera Maraglio esattamente fuori dall’Ufficio Turistico (dal pontile 1 circa 200 metri sulla sinistra, dal pontile 3 circa 200 metri sulla destra). S’imbocca il vialetto a volta che costeggia l’Infopoint e si sale in mezzo al centro abitato. Dopo una rampa di scale, si arriva sulla strada principale, la si attraversa e si entra nel bosco, imboccando il sentiero a sinistra, prima a gradoni e subito sterrato. Dopo circa una mezz’oretta di salita tra alberi, arbusti e scorci spettacolari, una piccola area attrezzata con tavoli e panche invita ad una pausa rigenerante. Proseguendo in direzione nord, lo sguardo è presto catturato dalla splendida vista dell’Isola di San Paolo e della Rocca Martinengo. Da qui il sentiero diventa meno ripido e, attraversando ombreggiati boschi di castagni, raggiunge a breve l’abitato di Cure.
A questo punto le possibilità per salire al Santuario sono due:
- Variante lunga: appena prima del paese, svoltare a destra e risalire la mulattiera che lentamente conduce ad una bella radura di castagni posti quasi a protezione di una casetta dall’aspetto fiabesco. Superatala, proseguire a sinistra fino ad imboccare una deviazione a destra, dove massi posti a gradoni conducono in pochi passi all’ingresso sud del Santuario.
- Variante breve: attraversare l’abitato di Cure fino a raggiungere la piccola santella dedicata alla Madonna e svoltare a destra. Risalire la mulattiera nel bosco dove, superate alcune abitazioni in pietra sulla sinistra, un bell’arco a tutto sesto a destra indica l’inizio della via Crucis, che conduce all’entrata nord del Santuario.
Foto: Linoolmostudio.it, Oscar Colosio
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Sentiero 2
+ 400 m
110 min
6,5 km
medio - difficile
Peschiera Maraglio – Olzano – Masse – Cure – Santuario della Madonna della Ceriola
Come per il sentiero n.1, la partenza del sentiero n.2 si trova fuori dall’Ufficio Turistico (dal pontile 1 circa 200 metri sulla sinistra, dal pontile 3 circa 200 metri sulla destra). S’imbocca il vialetto a volta che costeggia l’Infopoint e si sale in mezzo al centro abitato. Dopo una rampa di scale, si arriva sulla strada principale, la si attraversa e si entra nel bosco, prendendo il sentiero che prosegue pianeggiante a destra. Dopo circa quarantacinque minuti di percorrenza (attenzione: particolarmente esposto*) si giunge all’abitato di Olzano, piccolo e caratteristico agglomerato di case, dove è possibile rinfrescarsi ad una fontanella. Si attraversa il borgo in salita e si prende la strada asfaltata che volge a sinistra, per raggiungere in pochi minuti l’abitato di Masse. Lo si attraversa e in prossimità della piazzetta, dove si trova un’altra fontanella, si prende la strada a sinistra che costeggia la chiesetta rosa dedicata ai santi Rocco e Pantaleone. Da qui la strada diventa una bella mulattiera che, tra campi coltivati e ulivi, conduce fino all’abitato di Cure, dove all’altezza di una piccola santella dedicata alla Madonna, si svolta a sinistra e si raggiunge il santuario seguendo la Via Crucis.
Foto: Linoolmostudio.it, Oscar Colosio
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Sentiero 3
+ 400 m
75 min
3,5 km
medio - facile
Carzano - Novale - Olzano - Masse - Santuario della Madonna della Ceriola
Raggiunto il borgo di Carzano, percorrere le via principale del borgo seguendo le indicazioni per il sentiero nr. 3 e per il Borgo di Novale. La vecchia strada ben pavimentata e a tratti ripida, conduce in pochi minuti al Borgo di Novale. Da qui la mulattiera diventa a tratti sentiero e si snoda tra uliveti e viste mozzafiato sull’Isola di Loreto e sull’alto Lago d’Iseo. Raggiunto il centro di Olzano, proseguire lungo la strada che svolta a sinistra in salita e, poco dopo, in prossimità della fermata del bus, diventa sentiero nel bosco fino all’abitato di Masse. Una volta arrivati al centro di Masse, il percorso prosegue sul lato della Chiesa di San Rocco. La strada, a tratti cementata e a tratti mulattiera tra viste sulla collina e meravigliosi prati verdi, conduce in poco tempo appena fuori l’abitato di Cure. Da qui, svoltando sulla mulattiera in salita è possibile raggiungere il Santuario della Madonna della Ceriola, da cui si gode di un panorama mozzafiato sul lago e sul territorio circostante.
Foto: Linoolmostudio.it, Oscar Colosio
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Sentiero 4
+ 300 m
60 min
2,6 km
facile
Siviano - Cure - Santuario della Madonna della Ceriola
Il percorso inizia dalla piazza del municipio di Monte Isola, nel borgo di Siviano. Dalla piazza proseguire in direzione di Carzano, e svoltare a destra nella strettoia, seguendo il cartello per la località Cure. Il percorso passa sotto la Chiesa Parrocchiale dei SS. Faustino e Giovita e sale poi verso il centro dell’isola.
La strada da asfaltata diventa mulattiera con vista panoramica sul lago e sulla meravigliosa collina di Monte Isola. La mulattiera giunge poi sul tornante sotto il borgo di Cure. Seguire quindi la strada che sale verso il centro della località Cure e, una volta attraversata quest’ultima, seguire la piacevole e a tratti ripida salita che in 20 minuti conduce al Santuario della Ceriola, da cui è possibile ammirare tutto il Lago d’Iseo e le vicine colline della Franciacorta.
Foto: Linoolmostudio.it, Oscar Colosio
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Percorsi tematici
+ 147 m
2 h 30 min
9,7 km
facile
Percorso tradizioni - sulle orme della tradizione
L’itinerario da noi tracciato ha come punto di partenza e di arrivo l’imbarcadero numero 1 a Peschiera Maraglio, ma può avere inizio anche in altri luoghi, trattandosi di un percorso ad anello. Pannelli esplicativi sulle tradizioni isolane accompagneranno il nostro tour, scandendone le tappe.
Sbarchiamo a Peschiera Maraglio e svoltiamo a sinistra, raggiungendo il Palazzo del Turismo, dove ha sede l’Infopoint di Monte Isola; imbocchiamo il vicolo alla sinistra dell’infopoint e ci immettiamo nel borgo. Stretti vicoli e ripide scale collegano e separano al tempo stesso le abitazioni addossate le une alle altre. Superato un negozio di souvenir sulla destra, proseguiamo a sinistra, fino a ritrovarci in una piccola piazzetta interna. Immagini appese ai muri delle case ci dicono che siamo nel posto giusto e ci fanno fare il primo tuffo nel passato. Riuscite a sentire il chiacchiericcio delle donne e le risa dei bambini che aiutano e corrono intorno alle reti? Per la tappa successiva dobbiamo scendere sul lungolago e dirigerci a destra verso Sensole. Stiamo percorrendo la famosa “passeggiata degli ulivi”, che il giorno di Ferragosto diventa teatro di una competizione sportiva storica montisolana: la “Voga Longa”, una remata di tre chilometri e mezzo con moderni naèt.
Proseguiamo lungo la strada che si fa stretta e irta in direzione di Siviano. Sul cammino, in località Menzino, sono presenti due belle aree di sosta molto panoramiche. Nel prima c’è un chiosco e nella seconda panche e tavoli per una sosta fai-da-te.
Continuando ad avvolgere il nostro filo di rete, giungiamo a Siviano dove, nella pizzetta antistante il comune, troviamo il pannello n. 3, narrante una leggenda sulla rete dell’isola.
Una ripida scaletta ci conduce fino a Porto di Siviano, dove si trova il retificio più grande e uno dei pochi rimasti sull’isola. Siamo alla tappa numero 4 del nostro itinerario: La produzione delle reti nel tempo.
Scendendo verso il porticciolo, risaliamo a sinistra lungo un viottolo piuttosto ripido, che costeggia le mura di cinta di Villa Ferrata, fino a Siviano. Svoltiamo ancora a sinistra e scendiamo in direzione di Carzano. Dopo 15 minuti circa abbandoniamo la strada asfaltata e risaliamo a destra in corrispondenza dell’indicazione “Novale”. La bellezza di questo piccolissimo borgo medievale lascia senza fiato. Tornate a visitarlo in occasione della Festa di Santa Croce, perché è una vera meraviglia! Prendete nota: dall’8 al 14 settembre 2025 dovete assolutamente tornare!
Un’altra ripida scalinata in discesa verso il lago ci conduce nel centro di Carzano, protagonista assoluta della Festa di Santa Croce. Nel “port antic”, porticciolo all’ingresso di Carzano, trovate il pannello numero 6.
In attesa che il borgo si prepari a festa, chiudiamo il nostro tour delle tradizioni con una sosta al Cantiere Ercole Archetti a Peschiera Maraglio. Lì, un giovanissimo maestro d’ascia continua la tradizionale attività di famiglia della costruzione delle meravigliose barche in legno.
In questo luogo, dove in un passato non troppo lontano si producevano solo barche per la pesca, oggi si realizzano costosissime barche per il tempo libero, destinate a navigare nei mari di tutto il mondo.
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+ 500 m
4 h
14 km
medio
Percorso storia - sulle tracce della storia
Questo itinerario ci conduce alla scoperta di una Monte Isola diversa, insolita, nascosta.
Una volta sbarcati a Peschiera Maraglio, svoltiamo a sinistra e raggiungiamo l’Infopoint di Monte Isola.
Sollevando lo sguardo, noteremo che il soffitto è molto particolare: vi si trova incastonata una barca. Non ci resta che salire al primo piano, per la nostra prima tappa: il Museo della Tradizione. Con un po’ di immaginazione, saliamo in barca e iniziamo il nostro viaggio nel passato. Con le gambe, invece, usciamo dall’Infopoint e imbocchiamo il vicolo adiacente l’edificio. Siamo nel borgo: stretti vicoli e ripide scalinate separano le abitazioni addossate le une alle altre; le porte di ingresso sono aperte, in segno di accoglienza, come se ci attendessero. Pochi passi e raggiungiamo la Parrocchiale di San Michele e l’antistante Oratorio di San Rocco, che ospita un ciclo di affreschi recentemente restaurato e attribuito all’artista bresciano Romanino.
Ma siamo solo all’inizio, quindi, dobbiamo muoverci: la terza tappa ci aspetta. La raggiungiamo in breve tempo sulla passeggiata a lago che conduce a Sensole, palcoscenico dell’installazione più bella e maestosa che sia mai stata fatta sul Lago d’Iseo: The Floating Piers. Nel 2016, le passerelle galleggianti rivestite di un tessuto giallo cangiante hanno tenuto accesi su di noi per 16 giorni i riflettori di tutto il mondo! L’installazione era temporanea e non c’è più, ma un’altra meraviglia ha preso il suo posto: la vegetazione. Di una bellezza emozionante, tipicamente mediterranea, grazie al microclima dell’isola, ci offre uliveti, palme, zagare, aloe, bougainville, aranci e limoni, nei giardini e lungo i muri bianchi delle casette dalle persiane azzurre e verdi. Nel contempo, alla nostra sinistra, appare l’isoletta di San Paolo, con la sua villa austera e il rigoglioso parco. Pensate! Durante The Floating Piers, la si poteva raggiungere camminando e ammirare da vicino.
Riprendiamo il nostro viaggio. Se alziamo lo sguardo, vediamo emergere in lontananza tra gli alberi una possente torre circolare: è la Rocca Oldofredi-Martinengo, ed è proprio lì che stiamo andando. Ci arriviamo imboccando a destra, all’ingresso del borgo di Menzino, una stretta mulattiera che, attraversando il bosco, ci conduce fino a quello che anticamente era un ponte levatoio. Ahinoi, la villa è privata e non è visitabile, se non in occasione di giornate del FAI o iniziative culturali dell’isola. Tutto ciò che dobbiamo sapere, comunque, ci viene raccontato all’ingresso da pannelli esplicativi.
Salutiamo la Rocca e proseguiamo il nostro itinerario verso il Santuario della Madonna della Ceriola. Eh sì, si sale ancora, ma ne vale la pena! Lungo il cammino, a Senzano, una breve sosta alla Chiesetta di San Severino ci consente di prendere fiato. Se alziamo lo sguardo, notiamo che il campanile del santuario ci osserva dall’alto e segue il nostro avanzare lento. Il cartello con l’indicazione “Cure” ci dice che siamo nella giusta direzione. Forza, ci siamo quasi! Quindici minuti circa e siamo sul tetto dell’isola e della montagna. Ne valeva la pena, vero? Godiamoci il panorama e osserviamo la natura: ora ci sono i castagni e l’aria è più fresca. Accanto alla chiesetta, c’è un piccolo ristoro: rifocilliamoci con un tagliere di salumi e un calice di vino locale. Prosit!
Solo uno però, perché il nostro viaggio non è ancora finito. Ora si scende. Il sentiero che conduce a Siviano, passando per Masse e Olzano, è di una bellezza commovente. L’isola che non ti aspetti, l’isola che pochi vedono, perché quasi tutti si fermano a lago o salgono a Cure con la navetta. È un susseguirsi di prati fioriti, vigneti, uliveti, frutteti, incorniciati dal lago e dalle Prealpi, con le cime più alte ancora innevate. Un paradiso! Ogni passo un particolare, ogni particolare un’emozione. Nel piccolo borgo di Masse, troviamo quasi nascosta la Chiesetta di San Rocco e una fontanella. Soprattutto in estate, è molto gradita.
Proseguiamo in discesa verso Siviano. È l’imponente Parrocchiale dei Santi Faustino e Giovita ad accoglierci, con la ariosa terrazza che domina l’abitato dall’alto. E poi ancora giù fino a Porto, dove ad aspettarci è un altro gioiello dell’isola: Villa Ferrata. A Porto si trova anche il Museo della Rete, collezione privata di utensili e oggetti vari sulla storia di Monte Isola. Siete stanchi? Ci siamo quasi. Risaliamo lungo il muro di cinta di Villa Ferrata e poi giù di nuovo in direzione di Carzano, a sinistra. Dopo quindici minuti circa, raggiungiamo il borgo della Festa di Santa Croce e la Parrocchiale di San Giovanni Battista, nostra ultima tappa.
Ancora una mezz’oretta in pianura e siamo di nuovo a Peschiera Maraglio; probabilmente stanchi, ma sicuramente soddisfatti.
Foto: Linoolmostudio.it
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+ 278 m
3 h
10,5 km
medio - facile
Percorso del gusto - sulla scia dei profumi e dei sapori montisolani
Se come noi, non concepite viaggio senza peccati di gola, seguiteci! Cercheremo di cogliere il meglio dell’offerta gastronomica di Monte Isola.
Quello che vi attende è un percorso gustoso, in cui conoscerete i migliori e più apprezzati prodotti dell’isola, prodotti di terra e di lago unici, portati avanti da generazioni di montisolani.
Partiamo con il pesce. Naturalmente pesce di lago e rigorosamente locale. Pescato ogni giorno dai pescatori di Monte Isola, con le loro reti e le loro barche in legno, i naècc. Nei mesi invernali, in alcuni giardini privati, si vede ancora il pesce appeso alla maniera tradizionale. Si tratta delle famose sardine, esposte all’aria frizzante e al sole per essiccare. Quello che un tempo era semplicemente il metodo di conservazione del pesce, è oggi un procedimento distintivo della cucina montisolana. Ecco spiegata l’installazione a loro dedicata a Peschiera Maraglio (pannello numero 1 – Peschiera Maraglio).
A proposito di olio, sapevate che Monte Isola, pur trovandosi nel nord Italia, gode di un clima mediterraneo? Ebbene sì! Le acque del lago sono come serbatoi che accumulano calore in estate e lo rilasciano in inverno, favorendo sull’isola un particolare microclima, che consente la crescita di piante tipicamente mediterranee, come l’ulivo. Ve ne sono ben 15 mila! (pannello numero 2 – Menzino) Dopo aver tanto sentito parlare delle proprietà organolettiche dell’olio di Monte Isola, del suo colore giallo dorato, del suo profumo fruttato, del suo sapore a mandorla e, allo stesso tempo, amaro e piccante, non ci resta che provarlo. Ristoranti e trattorie lungo il nostro itinerario non mancano, così come negozi dove poterlo acquistare. Per una degustazione il nostro palato è sempre pronto!
Il terreno florido di questa meravigliosa isola ci riserva altre sorprese. Oltre al pesce e all’olio, sui terrazzamenti di mezza costa, giovani coltivatori hanno rimesso a frutto terreni famigliari, trasformandoli in vere e proprie aziende agricole. Monte isola è, quindi, anche miele, pregiato millefiori e castagno, frutti di bosco, che si trasformano in deliziose confetture e succhi, pregiatissimo zafferano e lumache, tutti prodotti candidati a creare nuove tradizioni (pannello numero 3 – Senzano).
Ma non finisce qui. Continuiamo il nostro viaggio perché, lontano dalle acque del lago, a farla da padrone è soprattutto il salame. Lavorato secondo il rituale della tradizione, ha un sapore unico e inconfondibile, oseremmo dire non replicabile sulla terra ferma, nemmeno rispettando i passaggi della lavorazione. Il salame prodotto a Monte Isola, infatti, ha dentro di sé i profumi dell’aria, del lago, del camino della “casa del salame”… dell’isola, insomma! Ascoltiamo l’audio e ogni mistero ci verrà svelato (pannello numero 4 – Cure).
Che ne dite? Se ci sedessimo a tavola e provassimo con mano? In quasi tutti i borghi dell’isola, oggi vi è almeno una trattoria e tutti propongono la cucina locale, una cucina povera ma di carattere, ideale per palati che non temono i gusti decisi. Le sardine vengono solitamente servite come antipasto su una fettina di polenta. Il contrasto del pesce salato con la polenta dolce è una squisitezza per il palato. Ascoltiamo il podcast: possiamo provare a cucinarle anche a casa! Poi passiamo ai primi, come gli spaghetti ai gamberi di lago o il risotto al pesce persico. Oppure direttamente ai succulenti secondi piatti, come il coregone al forno o il persico impanato, che persino i bimbi adorano o, ancora, alle alborelle fritte. Ma anche un tagliere di salumi o le migole con la polenta e le verza cotte, per chi preferisce sapori di terra (pannello numero 5 – Siviano).
Con lo stomaco pieno e soddisfatti, rotoliamo in discesa verso Carzano, dove si trova il nostro capolinea. Un paio di pannelli ci illustrano come avvengono da sempre due delle attività tradizionali: la pesca e la raccolta delle olive. Mettiamoci comodi e ascoltiamo l’ultimo podcast (pannelli numero 6 e 7 – Carzano).
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